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HCIA sono le iniziali che rappresentano una serie di artisti di estremo pregio e fama universale. Le loro opere sono esposte nelle più importanti gallerie, fiere, biennali, musei, collezioni, fondazioni dei maggiori pianeti conosciuti.

 

Hyper Conceptual Interstellar Artist riunisce artisti visivi incredibili, autori di opere dall'incontenibile e incontentabile valore concettuale. I loro lavori stimolano profondissime riflessioni che permettono di prendere coscienza delle grandi questioni dell'esistenza. Operano a diverse dimensioni: individuale, sociale, planetaria e cosmica. Applicano la premiata teoria: il piccolo è grande. Indicano la strada per la crescita, il progresso, il benessere.

Il movimento ha preso velocemente piede per le risposte nette che riesce a dare ad un'umanità confusa e smarrita, risollevandola dalla mediocrità e miseria intellettuale. Scienza, religione, economia, politica e tecnologia rifuggono dalle nuove sfide capitali. L'HCIA è invece un modello di sviluppo che risolve i mali del mondo restituendo all'arte un ruolo primario ai più sommi livelli: oltre la stratosfera, al di là del bene e del male, definitivamente.

Le opere di questi artisti, rigorosamente semplici, possono apparire elementari, banali e pretestuose, ma solo ad un primo sguardo di un occhio profano. Invece, come spiegano i testi esplicativi, sono portatrici di significati e valori altissimi che arricchiscono e nobilitano l'intelletto facendolo brillare di scoppiettanti e strabilianti connessioni dinamiche. E' accertato che le opere degli HCIA illuminano le menti rendendo intelligenti milioni e milioni di persone a loro insaputa.

 

“È nel semplice che si svolge il complicato”, come disse il filosofo tedesco Peter Paul Bandermann. L'abilità sottesa è quella di creare senza sforzo apparente e senza fatica ma con distacco; al contempo, di riuscire a cogliere aspetti cruciali delle realtà. Spesso è sufficiente che si sfiorino le tempie con le dita per comprendere il senso della vita e ideare opere d'arte irraggiungibili. Un'altra loro tecnica molto efficace è quella del “pensiero profondo trattenendo il respiro”, utilizzata specificatamente per la creazione di opere spaziali.

 

Possiedono la maestria di sviluppare indagini, analisi e sintesi dei fenomeni interiori e collettivi dell'uomo, traducendoli in preziosi linguaggi estetici che entrano nel cuore, nella mente e nei sogni di ognuno di noi. La grandezza del loro lavoro raramente trova risposte moderate e mai negative. Esperti nell'elaborare progetti carichi di una inimmaginabile tensione creativa, non suscitano delusioni, noia o disinteresse, ma appassionano, intrigano, coinvolgono ed entusiasmano fino allo sfinimento, spesso prima di osservare la loro opera. In alcuni casi anche senza averla mai osservata.

 

Gli HCIA provengono da ogni area del globo raggiungendo altezze siderali. Sviluppano progetti che superano i confini geografici del paese nativo per indossare un profilo stellare luminescente ed irraggiungibile. Le loro opere non si allineano agli standard tipici di buon gusto e tendenze dominanti. Essi seguono ciecamente la propria luce artistica e il mercato globale li premia per la loro ricerca e originalità. Ne è prova il segno irreversibile che stanno lasciando ovunque alla storia dell'arte di tutti i tempi, in città, in campagna, nello spazio e perfino oltre.


I maggiori esponenti del gruppo sono il cinese Pin Pan Ban Din, lo statunitense Peter Paul Bandwin, il turco Peri Bandürk, l'israeliano Perle Bandman, l'inglese Peter Bandson, il russo Pieroy Bandolov, il messicano Pablo Bandinez, il giapponese Pieroko Bandaky, l'indiano Pieresh Bandar, l'italiano Piero Bandoni, il vietnamita Pòng Pang Banduyén, il brasiliano Paulo Bandos, il francese Pierre Bandeau, il polacco Pawel Bandowsky, il tedesco Paul Bandaiser.