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Doodleit Picture è un’opera costruita sull’esperienza del fallimento.

I fallimenti sono fatti oggettivi. Azioni con esito negativo. Eventi che segnano la fine di un’aspirazione. Investono l’autore ad un livello interiore.

Tali esperienze possono essere vissute principalmente in due modi. Positivamente. Scrollandosi di dosso la disfatta e preparandosi per affrontare meglio le imprese future. Negativamente. Lasciandosi preda di uno stato di afflizione che può condurre ad ulteriori dimensioni deleterie.


Imbattersi in un fallimento importante è una sventura quasi inevitabile durante il corso degli anni. Ho vissuto tale esperienza per un obiettivo diventato sempre più sfocato: diventare un’artista famoso in breve tempo e senza sforzo. L’esito negativo ha causato un periodo di disinteresse per l'arte. Vuoto riempito con lunghe passeggiate e letture varie, condizionate da una particolare attrazione per le storie fallimentari.

In questo humus affonda le radici Doodleit Picture. L’opera si compie in due fasi distinte: un fare istintivo e una strutturazione ragionata.


La prima fase è costituita da un materiale che non prende parte fisicamente dell’opera. È il promotore essenziale della stessa. Questo inizia con la necessità di scarabocchiare testi e immagini di storie fallimentari. Giornali, riviste, libri. Vicende varie, narrazioni, fatti condominiali, avvenimenti di interesse globale. Una sorta di variegato catalogo di insuccessi umani. Tutto viene scarabocchiato con segni casuali. Ghirogori che iniziano intorno al testo e alle immagini, quindi si spostano su di essi, impedendo la loro leggibilità. Una cancellazione. Un tentativo inconscio di rimozione. Un esorcizzare il senso di frustrazione dovuto all’esperienza del fallimento vissuta. Tale azione è reiterata fino a quando affiora il desiderio di ricrearla in chiave estetica.


La seconda fase consiste nella definizione dell’opera. Ossia la messa a punto di un modello di testo autoriale con immagini simboliche illustrative. Nonché di un disegno gestuale elaborato che vada oltre il casuale scarabocchio.


Il modello di testo segue linee guida che enfatizzano gli aspetti irrazionali e tragici legati al vissuto fallimentare. 

I testi sintetici di Doodleit Picture ricalcano quindi il seguente schema fisso:

- le storie iniziano con la dichiarazione di un obiettivo fondamentale. Un bisogno vitale. Immutabile: “Ho/Abbiamo bisogno di respirare profondamente”; finiscono sempre con la medesima affermazione di fallimento: “Il mio/nostro respiro si spezza”

- all’incipit segue la descrizione delle azioni per il raggiungimento dell’obiettivo dichiarato

- i racconti scorrono lineari, ma virano poi improvvisamente in una dimensione imprevista, inquietante, surreale

- l’epilogo è segnato da complicazioni inimmaginabili. Tali da rendere incomprensibile quanto accade. Fatti enigmatici. Forze contrarie generate dai vari attori sulla scena, o perfino dai protagonisti stessi, determinano l’esito drammatico delle brevi storie. 


Il disegno gestuale, da casuale scarabocchio di ghirogori della prima fase, diventa un reticolo articolato. Vibranti collegamenti di punti e linee formano nervature in tensione dinamica. La fitta trama grafica ora si ramifica mimetizzando il testo e le immagini anziché cancellarle. 


In Doodleit Picture il testo con le immagini e il disegno gestuale sono disposti fisicamente su due livelli. I primi su una tela, il secondo su tavolette di plexiglass sovrapposte alla tela, a formare una scacchiera. La loro integrazione avviene grazie ad una calibrata elaborazione grafica. Questa consente di leggere, dopo un’attenta osservazione della fitta trama del disegno gestuale, il testo e le illustrazioni situati al di sotto di esso.


Tale soluzione grafica suggerisce un’altra via, eludendo quella angosciata e impotente data dallo scarabocchiare le storie fallimentari. Ossia la proprietà liberatoria di superare il vissuto fallimentare e il senso di afflizione mediante la pratica del “leggere attraverso”. Non l’essere sopraffatti da un caos di segni che cancellano. Non quindi rimuovere l’esperienza fallimentare come nel materiale costituente la prima fase dell’opera. Bensì un esercitare la mente a leggere attraverso tale caos per cogliere nitidamente le esperienze scomode sepolte. Si tratta di riconoscere e assimilare il fallimento nella sua realtà. Rielaborare quindi l’esperienza fallimentare per costruire qualcos’altro. 


Cosi come la fruizione di un opera d’arte è un’esperienza che, quando coltivata e custodita intimamente, arricchisce la vita ordinaria, cosi la pratica del “leggere attraverso” è un’esperienza che, oltre al suo valore simbolico, offre spunti di riflessione utili su un piano di realtà. Per risollevare le anime che falliscono. Per tornare a respirare profondamente.